La sacra cintola

Una tradizione risalente al IV secolo riporta le prime notizie di una sacra cintura conservata a Bisanzio, che aveva avvolto il ventre della Madre di Dio.
Il termine Madre di Dio, al posto del nostro termine Madonna (Mea Domina, mia Signora) meglio esprime il tema della maternità cosmica che scaturisce dall'impatto dell'archetipo di Dio con le realtà collegate alla "creazione della materia"apparentemente dal nulla: il ventre femminile e , in identità con questo, la terra.

A questi si aggiungono altri archetipi come quelli di oscurità-profondità, del tepore e dell'umidità, in una visione di solito ricollegata al mondo agricolo ma anche connessa con la precedente fase legata alla caccia e alla raccolta.
Questo lato dell'archetipo del "divino femminile"esprime una serie di pulsioni che possono essere definite come amore, protezione, comprensione per la vita che porta in grembo e che nascerà a perpetuare la vita medesima.

Un aspetto del divino, quello femminile, che non a caso esploderà nel nostro basso medioevo, quando sulla spinta dei grandi rivolgimenti economico sociali che accompagnano la traumatica rivoluzione urbana, nasce il bisogno di una religiosità più caritatevole, misericordiosa e in poche parole "materna", che si esprime nelle numerose raffigurazioni di Madonne con Bambino.
E non a caso Datini, il mercante che usa a scopo sociale le sue ricchezze, fondando la Casa Pia dei Ceppi o Ceppo de' Poveri, sin dall'inizio pone la sua istituzione sotto l'egida della Madonna (la Madonna del Ceppo dipinta da Filippo Lippi). 

Il culto mariano, di grandissima rilevanza a Prato può essere assunto come filtro interpretativo dell'intera storia cittadina con la Madonna del Ceppo come espressione del momento del sostegno, la Madonna della Cintola invece come espressione di indipendenza e autonomia, ma anche di difesa, la Madonna delle Carceri infine, espressione della crisi, che ormai attanaglia la città.

In quest'ottica la Cintola è qualcosa di più di una reliquia attorno alla quale si raccoglie la devozione del popolo di Prato, è il Palladio della città. Il tentativo di furto della Cintola da parte di Musciattino e altri leggendari tentativi da parte dei pistoiesi sono della stessa tipologia di quello perpetrato a Troia da Ulisse e Aiace con il Palladio (l'immagine sacra di Pallade Atena), solo che in quel caso il furto riuscì, la città perse la sua protezione divina e potè essere vinta.

Oltre che simbolo legato al tessile, per l'intimo collegamento che troviamo già in epoca arcaica fra la tessitura, strettamente connessa all'agricoltura e alla città, e le divinità femminili piene di misericordia e amore, la cintura è però anche il simbolo di un cerchio che protegge e lega e nel medioevo la sua importanza era accresciuta dal fatto che alla cintola si appendevano gli oggetti più importanti: le chiavi, la borsa dei denari, ma anche la spada.
Quando si ordinava un cavaliere gli si consegnava il vessillo con il suo stemma e lo si cingeva con il cingulum militare, la cintura con appesa la spada.

Avere come palladio della città la cintura della Madonna assumeva quindi un valore molto importante: Prato affermava la propria indipendenza da ogni padrone e si dava in feudo a Nostra Signora corteggio storico partecipano le città più importanti della Toscana.