CEI I DIACONI PERMANENTI NELLA CHIESA IN ITALIA.

ORIENTAMENTI E NORME

V. La formazione permanente

 
 51. La formazione permanente dei diaconi è un'esigenza che si pone in continuità con la formazione iniziale, la integra, la custodisce e la approfondisce.
La cura e l'impegno della formazione permanente sono segno di risposta coerente e generosa alla vocazione di Dio, di amore crescente alla chiesa e di attenzione agli uomini.
Anche al diacono si può, in qualche modo, applicare quanto l'apostolo Paolo scrive a Timoteo: «Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito... con l'imposizione delle mani. Abbi premura di queste cose, dedicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano» (1Tm 4,14-16).
Le iniziative diocesane o interdiocesane per promuovere la formazione permanente costituiscono un punto di riferimento necessario per assicurare ai diaconi una continua crescita spirituale e un aggiornamento teologico e pastorale necessari per un ministero efficace e fruttuoso.
52. Nel testo ora citato dell'apostolo Paolo (35) si trova indicata la motivazione teologica più forte che giustifica e urge la formazione permanente del diacono: è il «dono spirituale» che gli è stato conferito con il sacramento a esigere di essere sempre più accolto e vissuto nella straordinaria ricchezza di grazia e di responsabilità.
In tal senso il programma dei fondamentali contenuti della formazione permanente ha la sua più semplice e impegnativa formulazione nella Preghiera di ordinazione, nella quale così il Signore viene supplicato: «Effondi in loro lo Spirito Santo, che li fortifichi con i sette doni della tua grazia, perché compiano fedelmente l'opera del ministero. Siano di esempio in ogni virtù, sinceri nella carità, premurosi verso i poveri e i deboli, umili nel loro servizio, retti e puri di cuore, vigilanti e fedeli nello spirito. La loro vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel tuo popolo santo. Sostenuti dalla coscienza del bene compiuto, forti e perseveranti nella fede, siano immagine del tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giungano con lui alla gloria del tuo regno». (36)
53. La formazione permanente deve abbracciare tutti gli ambiti formativi degli anni di preparazione al ministero, alternando momenti di spiritualità, attività di studio e ricerca, ed esperienze pastorali concrete.
Le iniziative possono avere ritmi periodici, anche di breve durata (giornate di spiritualità, di studio, conferenze) ed esperienze di più organica configurazione e di più rigoroso impegno scientifico e didattico (corsi integrativi teologico-pastorali, iniziative e convegni nazionali su temi inerenti il diaconato e il ministero diaconale).
Occorre favorire la partecipazione di tutti i diaconi alle varie iniziative della formazione permanente, perché si promuova un clima di comunione fraterna fra loro. In ordine a questo obiettivo può essere utile l'istituzione presso la Conferenza episcopale italiana di una commissione diaconale nazionale.
Obiettivo e frutto della partecipazione dei diaconi al cammino di formazione permanente è anche l'opportuno aiuto che essi possono ricevere nelle loro eventuali difficoltà familiari, professionali e pastorali.
Si favorisca, infine, il coinvolgimento delle mogli per aiutare la crescita della famiglia e per rispondere ai problemi che la nuova condizione potrebbe far sorgere.
54. In ordine alla formazione permanente dei diaconi, nonché ai diversi aspetti di discernimento, formazione e ministero, sarà prezioso il lavoro della Commissione episcopale per il clero.